Anniversario della Liberazione d’Italia 2022
Questa mattina si è svolta la tradizionale cerimonia per l’Anniversario della Liberazione d’Italia.
Un grazie a tutta la cittadinanza intervenuta numerosa, alla banda dell’Associazione Amici della Musica, all’Associazione Combattenti e Reduci (sezione di Brusaporto) e alle altre associazioni di volontariato presenti.
Il discorso del Sindaco Roberto Rossi
Care e cari concittadini, saluto tutte le autorità presenti in questo giorno di commemorazione: civili, militari, religiose ed associative. Ringrazio l’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Brusaporto, nella persona del loro nuovo Presidente Ezio Locatelli, amico, volontario sempre presente e molto attento, specialmente con i nostri studenti, ma anche genero del nostro compianto Francesco Calvi storico Presidente dell’Associazione stessa, scomparso 6 anni fa… credo Ezio che la tua nomina riempia di orgoglio il caro Francesco… e come ti ho già detto: saprai sicuramente ricoprire questo incarico con grande passione e disponibilità!
A Te e al tuo Direttivo i migliori auguri per un proficuo lavoro, nel rispetto e nel ricordo dei nostri padri, coinvolgendo appunto le nuove generazioni, come ha saputo fare il tuo predecessore, Maria Grazia Maffeis, che ha donato vigore, senso di responsabilità e di appartenenza a questa storica Associazione. Grazie di cuore, certo che il tuo lavoro continuerà imperterrito, in maniera silenziosa, a fianco del Neo Presidente.
Ringrazio inoltre le ragazze ed i ragazzi del CCRR per la presenza e per il contributo dinnanzi al monumento dei nostri Caduti. Infine ringrazio l’Associazione Amici della Musica di Brusaporto, che dopo 2 anni di pandemia, ha accompagnato musicalmente l’intera cerimonia di questo importante anniversario.
Devo dire che questo 77esimo anniversario di Liberazione è molto sentito, perché torna ad essere a tutti gli effetti una commemorazione che vede di nuovo la partecipazione dell’intera cittadinanza.
Gli anni della pandemia ci hanno profondamente segnati e inevitabilmente il mondo è cambiato, a questo si aggiunge purtroppo la drammatica tensione nei territori ucraini, territori vicini ai nostri, nella nostra Europa. Quella stessa Europa nata dalle macerie della Guerra come antidoto ai nazionalismi che avevano devastato il Continente.
La situazione non solo ucraina ma in tutti quei territori colpiti da conflitti e guerre, che costringe le persone a fuggire dai loro Paesi di origine e dai loro affetti, ci ricorda quanto siano fondamentali i diritti umani a noi garantiti, espressione della nostra democrazia.
Oggi quindi celebriamo il 25 aprile del 1945.
Quella di oggi è e deve essere, soprattutto, una Festa. La Festa della speranza, della civiltà. La Festa di tutti coloro che credono nei principi che sono alla base del nostro Stato di diritto, di tutti coloro che si riconoscono nella comunità internazionale e nei valori che ne ispirano l’operato. La Festa di chi ha creduto nella rinascita del nostro Paese e nell’Europa come fulcro di pace tra i popoli e di benessere sociale.
Cito a tal proposito le parole di Sandro Pertini, all’epoca membro del Comitato di Liberazione Nazionale che il 25 aprile 1945 proclamò l’insurrezione contro il nazifascismo “L’Italia deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai, sorgente di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire”.
Festa e Liberazione dunque, due parole bellissime, che insieme assumono per tutti noi il valore insopprimibile della libertà, dei diritti umani, sociali, politici.
Il 25 aprile è innanzitutto la Festa dei valori che ispirarono i giovani in quelle drammatiche fasi della storia, valori posti a fondamento della nostra Costituzione e della vita dell’intera comunità nazionale.
È anche per questo che è giusto e doveroso tramandare la storia alle future generazioni; la memoria nazionale è infatti il principale baluardo affinché le tragedie vissute nel Novecento non possano più accadere e non debbano più ripetersi.
Le Istituzioni, tutte, devono farsi carico di approfondire, spiegare, raccontare cosa significò la privazione della libertà, l’instaurazione della dittatura, la vergognosa politica razziale, la tragica deriva della guerra.
Così come è necessario far conoscere le storie e il coraggio di chi non si piegò al regime, chi seppe resistere, chi sacrificò la propria vita per il bene comune, per la costruzione di quell’Italia democratica e pacificata che noi abbiamo ereditato e che dobbiamo ogni giorno preservare e amare.
Dobbiamo credere nella forza della verità, nella forza della storia, e non smettere di difendere e proteggere le nostre radici, il lascito dei nostri padri.
La Liberazione è anche il frutto di tante storie, storie di italiani che dobbiamo onorare e tramandare, insieme a quei valori di libertà e democrazia che ne rappresentano la più preziosa eredità.
C’è bisogno di tutti per rimettere in piedi il nostro Paese, per riprendere il cammino, per non perdere la speranza, per dare a tutti una nuova possibilità: “C’è bisogno di tutti per rimettere in piedi un progetto di Pace! Seriamente e concretamente” un progetto che parta dal basso, dalle nostre abitudini, dal nostro modo di rapportarci con chi abbiamo davanti; non limitiamoci ai post, alle camminate per la pace, alle bandiere o a pezzi di stoffa bianca, appesi qua e là. Cerchiamo, pretendiamo e rivendichiamo la pace tra di noi.
Il noi significa ogni cittadino, ogni cittadina, significa tutte le parti sociali, significa la politica, significa le istituzioni. Tutti insieme, uniti, solidali per ridare luce al nostro futuro, a quello dei nostri figli.
Perché questa è la nostra Italia, l’Italia che appartiene a tutti, l’Italia unita e solidale. Per dirla con le parole di Francesco De Gregori:
“… Viva l’Italia, l’Italia tutta intera. Viva l’Italia, l’Italia che lavora, l’Italia che si dispera, e l’Italia che si innamora. Viva l’Italia con le bandiere, l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste, viva l’Italia, l’Italia che resiste.”
Viva la Resistenza, viva la Costituzione, viva la Repubblica Italiana!
Il discorso del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze
Buongiorno a tutti e a tutte, siamo una rappresentanza del CCRR, cioè il Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze di Brusaporto.
Siamo qui oggi dopo aver fatto un lavoro insieme al gruppo per prepararci a questa festa e abbiamo raccolto molte parole che possono riguardare il tema della Resistenza.
Vogliamo iniziare con il nominare tutte queste parole per fare onore al pensiero di tutti i consiglieri: forza, solidità, vita, tenacia, fede, coraggio, solitudine, protezione, amicizia, pazienza, libertà, solidarietà.
Riteniamo che alcune di queste parole in particolare possano fare onore a quel 25 aprile del 1945 e a tutte le vicende che hanno portato alla liberazione dell’Italia dal regime nazifascista.
Tenacia, solidità e forza le abbiamo scelte per lo sforzo costante messo da coloro, i partigiani e le partigiane, che hanno fatto la Resistenza dando il massimo per contribuire alla conquista della libertà, che a noi forse sembra scontata, ma a quei tempi non lo era, e in alcuni Paesi del mondo non lo è nemmeno oggi, come purtroppo stiamo appurando dalle notizie che ci giungono all’orecchio ogni giorno dall’Ucraina ma anche da altri Paesi in cui la lotta per la libertà è ancora necessaria.
La parola vita ci ricorda coloro che l’hanno persa facendo la nostra storia nel tentativo di regalarci la libertà e un mondo migliore.
Partecipando a feste del calendario civile come questa stiamo imparando che ricordare serve a non rifare gli stessi errori e a non trovarci a dover vedere o essere persone che combattono per la libertà che in realtà dovrebbe essere garantita a tutti.
Grazie di esserci e quindi di tenere vivo il ricordo di questo giorno che ha segnato un punto fermo della nostra storia.
Vi ringraziamo anche per averci ascoltato e buona festa della Liberazione a tutti.